Quando Pippo, Pluto e Paperino divennero Presidente e componenti del CDA a Topolinia

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Quel giorno a Topolinia era una giornata uggiosa. La pioggia era nell’aria, ma, come in una stitica allerta meteo, stentava a venir giù. Alla Casa Comunale si attendeva da tempo che venisse rinnovata la guida della D’vora e Tran-Gugia S.a. , società partecipata delegata alla gestione di tutti i servizi e sottoservizi della città dei topi.

Erano ormai giorni che presidente e cda erano stati dimissionati d’un colpo e il tempo che continuava a scorrere era sempre più ormai troppo da sopportare per gli affari della città.

Don Picciotto

Quand’ecco che Don Picciotto Colombo giunse alla finestra del Toposera, il quotidiano locale, con la notizia che tutti attendevano. Non era chiaro dove Don Picciotto avesse reperito la notizia che tutti attendevano, ma non c’era più tempo da perdere. “Nessuna nota ufficiale dal Comune, né dalla D’vora, e neanche dalla Tran-Gugia… E affidabile la notizia?” pensò Topesio, direttore responsabile del Toposera. Ma quando Don Picciotto riferì ad un orecchio di Topesio chi gli aveva affidata la notiza non vi fu dubbio e le rotative si misero in moto.

La Banda Bassotti

Topesio

L’indomani i titoloni campeggiavano sul Toposera: “Ecco i NOMI di Presidente e componenti del CDA della D’vora e Tran-Gugia S.a.!!”. Le copie andavano a ruba. Il commissario Basettoni non ne sapeva nulla, nonostante facesse parte dell’estabilshment cittadino, ma ormai era stato tagliato fuori dalla gestione ristretta della città, “Ragazzo una copia!” ordinò all’Ispettore Manetta che ripetè l’ordine pari pari a Tip che vendeva i giornali in strada aiutato da Tap che incassava i soldi. Financo la Banda Bassotti e anche Gambadilegno comprarono la loro copia del Toposera, anzi a dire il vero la sottrasse a Tip uno dei tre della banda, mentre gli altri due li distraevano fingendo di voler rubare i proventi della vendita. Anche loro, comunque, ebbero la loro copia, nonostante che leggere non fosse mai stato il loro forte.

Il Commissario Basettoni e l’ispettore Manetta

Ma il colmo fu che anche Paperoga, il Sindaco di Topolinia, dovette comprare la sua copia per sapere cosa sarebbe accaduto alla D’vora. Clarabella, la segretaria del Sindaco, comprò una copia da Tip, pagò Tap, e non potè fare a meno di sbirciare l’articolo di prima pagina. La sua espressione di anziana mucca si trasfigurò.

Clarabella e Orazio

Quando Paperoga ebbe la copia di Toposera sul suo tavolo la piegò in due e, come un giocatore di poker scafato, ne spizzicò pian piano i nomi… “Componente del CDA… Pippo?!“… “Ma come Pippo?” esclamò. L’operazione di svelamento, dopo il primo stupore, continuò… “componente … Pluto!?”… “Pluto?! Ma chi, il cane di Topolino?”.

Paperoga sospirò e con le mani che tremavano riprese in mano la fisarmonica che era ormai diventato il giornale e cominciò a scoprire il nome finale: “Presidente del cda…” lesse e gli occhi strabuzzarono.. “PAPERINO!” urlò, “Paperino è il presidente della società che dovrà gestire i servizi della mia città!?” urlò di nuovo alzandosi dalla sedia e cominciando ad aggirarsi per la stanza.

“Sindaco, una chiamata per lei” gracchiò nell’interfono Clarabella. “Chi è, proprio adesso?” chiese indispettito Paperoga. “E’ il sindaco di Paperopoli” sussurrò dalla porta Clarabella. Dietro di lei Orazio guardava la scena e quando Clarabella chiuse la porta del Sindaco sospirò “Siamo alle solite…”.

“Paperone caro! – esclamò Paperoga dandosi un contegno di tranquillità, “Ormai avrai letto!” ringhiò Paperone“Si proprio adesso” ebbe il tempo di rispondere Paperoga. Paperone incalzò noncurante della risposta “Adesso provvediamo anche a cambiare la tua giunta” tuonò Paperone.

Paperoga non fiatò. “Allora…vediamo… mumble mumble (riflessione di reminiscenza fumettistica) ..direi che cambi gli assessori che fai dimettere oggi stesso ed al loro posto mettiamo Quì, Quo e Qua’. E se serve abbiamo anche Archimede che è a spasso e, visto che ci serve, possiamo anche nominarlo vice sindaco”.

Paperoga rilfettè.. il silenzio si allargò come una macchia d’olio sulla trama che Paperone aveva intessuto per la città che non era sua, che non era guidata da lui, ma sulla quale si era preso la briga di dettarne le linee. L’impazienza di Paperone era palpabile e quel che si attendeva non era certo un’approvazione, che per lui non era richiesta né attesa. “Vabbé, adesso il quadro ti è completo. Andiamo quindi avant..” – “NO!” esplose Paperoga, interrompendo bruscamente Paperone e ripetè con tono più calmo e fermo “No“. “Come sarebbe..” ripetè un paio di volte Paperone alzandosi, nel mentre, dal suo cumulo di monete d’oro. Pian piano si avviò alla finestra del suo deposito leggendario dalla quale si vedeva la vallata ed il fiume di Paperopoli. “No vuol dire no” sentenziò Paperoga. “E’ vero.. da Paperopoli a Topolinia mi ci hai mandato tu. Lo devo a te. Ma io penso che è il Sindaco di Topolinia che deve prendere le de cisioni per il bene della sua città!” replicò fermo.

Paperone non fiatò… e Paperoga continuò “Pertanto revoco le nomine di questo CDA e provvederò a scegliere io chi dovrà gestire i servizi cittadini” “IO dico invece che tu..:” replicò Paperone – “IO farò come ti ho detto” sentenziò Paperoga “e la prossima volta accetterò di buon grado i tuoi eventuali consigli che resteranno tali.. consigli e nulla di più“.

Il telefono andò giù come il groppo nella gola di Paperoga. Alzò lo sguardo dall’apparecchio e trovò il tempo di sospirare e di sorridere mentre guardava la sua fascia tricolore appesa all’attaccapanni.

Clarabella – disse con voce ferma Paperoga schiacciando l’interfono – mi chiami Toposera. Annulliamo le nomine ed entro sera ne facciamo di nuove” – “Si signor Sindaco” rispose Clarabella ed un sorriso si notò nel tono di voce. Dall’altra parte nella stanza di Clarabella, Orazio con le mani appoggiate sulla scrivania di sua moglie sussurò “Così si fa!”.

Quando la notizia uscì su Toposera, ma non prima che il direttore Topesio avesse inviato Don Picciotto Colombo a Paperopoli per sapere se poteva procedere, l’intera Topolinia si illuminò della luce del sole che aveva lacerato le nuvole dell’allerta meteo che non c’era stata. Anche il telefono di Paperoga si illuminò squillando fin dalle prime ore della mattina e fu un continuo incedere di complimenti e ringraziamenti. Arrivò anche quella di chi mai Paperoga avrebbe immaginato: “Ciao Paperoga, sono Topolino” si udì all’altro capo del telefono, proprio lui che aveva deciso di ritirarsi dalla politica e che aveva giurato non avrebbe più parlato finché “l’aria non cambierà“, aveva detto, “Perché prima o poi i tempi cambiano e la riscossa arriva sempre” aveva proseguito prima di chiudersi nel silenzio. “Paperoga ci sei?” ripetè un paio di volte Topolino al telefono.. “Si ci sono.. – disse Paperoga sorpreso piacevolmente – adesso si” sottolineò – “Ben fatto Sindaco” concluse Topolino e chiuse la comunicazione…

Chiedo scusa a Walt Disney ed anche agli Animaniacs, che mai avrebbero pubblicato questa storia. Anche se, potrebbe essere accaduta davvero, da qualche parte, in un dato momento ben preciso, con personaggi, però, molto diversi….

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