di Marengo Bonaparte
Care fresche dolci acque….Così recitava il Poeta.
Ma qui di poesia ce n’è ben poca… qui l’affare è serio perché le acque sono torbide e non certo per la presenza di batteri ma a causa di scelte poco trasparenti e di una ostinata volontà di negare l’evidenza!
Ormai è chiaro che Taormina riceve l’acqua da Messina, su questo neppure De Luca può arrischiarsi a dire il contrario! È altrettanto chiaro che grazie all’acqua che Taormina riceve da Messina, i turisti che hanno scelto di trascorrere le vacanze nella Perla dello Jonio (così è chiamata Taormina) se la stanno spassando alla grande, tra bagni in piscina, docce rinfrescanti, spa di lusso, cene e biancheria pulita ogni giorno (eh si, per fare funzionare un albergo c’è bisogno di acqua per pulire, per cucinare, per lavare la biancheria, etc etc) mentre il Sindaco, bontà sua, fa eseguire, dalla sua efficiente società partecipata ASM, lavaggi delle strade e dei contenitori dei rifiuti!
Tutto molto civile e ben organizzato! Peccato che, contemporaneamente, a Messina i cittadini non hanno acqua corrente già dalle 8,00 del mattino neppure per sciacquarsi la faccia… figurarsi per fare un bagno in piscina! (Ma qui si deve aggiungere per correttezza che al momento a Messina su 3 piscine comunali ne funziona solo 1 e non per evitare gli sprechi ma perché l’amministrazione non è capace neppure di eseguire un minimo di programmazione e gestione degli impianti, ma questa è un’altra storia… triste).
Insomma mentre i turisti (e anche i residenti) a Taormina ridono e se la spassano, a Messina i residenti piangono e le cose non vanno meglio per quelli che gestiscono attività, e trovandosi senza acqua sono costretti a chiudere.
Ieri sera ho fatto una passeggiata per le vie del centro e c’era una desolazione assoluta con la maggior parte dei locali chiusi e poche persone a passeggio. Del resto, se non ti puoi lavare come fai ad uscire a passeggio? Se dopo una giornata a temperature elevate, con conseguente sudorazione e stanchezza, non puoi farti una doccia né fare un carico di lavatrice, alla sera l’unica scelta possibile è buttarsi sul letto sperando che almeno l’aria condizionata doni un minimo di ristoro.
Perciò le acque sono torbide, come torbida è stata la scelta di dirottare l’acqua a Taormina e ancora più torbido il modo in cui si è deciso di farlo: senza chiedere il permesso a nessuno, così è deciso sia fatta la volontà di Cateno De Luca. Il quale ha poco da insultare e minacciare, non impressiona più nessuno anzi, più sbraita più la gente si convince che lo faccia per mascherare le sue colpe e responsabilità che sono tante.
La prima è quella di avere scelto dei vertici all’Amam incapaci di spendere la valanga di soldi pubblici che avevano ricevuto. Partiamo dal primo DG amam di era deluchiana, Salvo Puccio, per finire a quello attuale, un modesto impiegato dell’Università (nulla contro gli impiegati per carità) che è stato nominato Direttore generale senza avere mai svolto alcun incarico dirigenziale! Ma del resto, in una società in cui la Presidente è un’architetta che non aveva mai fatto un progetto di rilievo, non possono certo stupire queste carriere folgoranti….
La seconda responsabilità di De Luca è quella di non essere intervenuto quando è risultato evidente che l’Amam annaspava in acque basse… eppure fu proprio De Luca, in una intervista alla trasmissione Scirocco, a puntare l’indice contro Amam ammettendo che non era all’altezza della mission… però un conto è dire certe cose, un altro è essere “consequenziali” (termine tanto caro a Cateno…) e qui di conseguenza avrebbe dovuto fare un avvicendamento ai vertici della partecipata e ricorrere, quale criterio di selezione, alla competenza ed alla pregressa esperienza (per dire, che c’azzecca un impiegato amministrativo dell’Università con le competenze che dovrebbe avere il DG di una società idrica?).
Ma De Luca, quello che predica per gli altri non lo fa quando la cosa lo riguarda in prima persona.
Ecco perché le nomine delle partecipate raramente rispettano i requisiti di merito e di esperienza e più spesso sono ispirate ad altri criteri… La terza responsabilità di De Luca deriva dall’avere approfittato del suo ruolo di leader politico per ottenere un vantaggio per il comune di Taormina di cui lui è sindaco. Difatti, come Leader del partito al quale appartiene (mai verbo fu più azzeccato in senso letterale) Basile sindaco di Messina, ha preteso che Amam accettasse la richiesta di fornire l’acqua a Taormina e come sindaco di Taormina si è giovato, per il suo tornaconto politico di questa fornitura. “Guardatemi come sono bravo! Io da Sindaco di Taormina ho scongiurato la crisi idrica! Venite turisti, venite con fiducia, qui non si soffre mai la sete!”. Questo potrebbe essere il pensiero di De Luca. E pazienza se a Messina non avete acqua neppure per sciacquarvi la faccia, qualcuno deve pur soffrire e, come diceva il saggio, meglio voi a Messina che noi a Taormina! Ecco perché qualsiasi conferenza stampa non potrà mai rischiarare le acque né bonificarle, perché certi inquinamenti si sanano solo con la legalità, che in questo caso è stata ampiamente raggirata da scelte operate a discapito di una comunità e delle sue istituzioni (consiglio comunale dove sei?).