di Marengo Buonaparte
All’incirca in terza media, una mattina la professoressa di italiano ci fece studiare i principi del giornalismo.
Ricordo come se fosse oggi ciò che scriveva l’autore del testo, secondo il quale il giornalista avrebbe sempre dovuto ispirarsi alla regola delle 5w (fivedabliu, per chi non conosce l’inglese) cioè approcciarsi al testo da scrivere ponendosi 5 domande che iniziavano tutte con la w: Who, what, where, when e why.
Esaurita la lezione, la professoressa ci assegnò subito il compito da svolgere in classe: immaginando di essere un giornalista, ciascuno di noi avrebbe dovuto scrivere un testo su un argomento a piacere soddisfacendo la regola delle 5w.
Ecco, se oggi avessero chiesto al Sindaco Basile di svolgere questa prova, spiegando le ragioni per le quali l’Amam ha deciso, senza essere autorizzata dal Comune (e con il Comune intendo dire il Consiglio Comunale, unico organo competente a pronunciarsi in merito) di vettoriare l’acqua al Comune di Taormina, sottoscrivendo una convenzione per il vettoriamento, avrebbe preso un voto altamente insufficiente.
Al netto delle solite espressioni offensive e dei toni da lesa maestà di Basile De Luca, che francamente fanno sanguinare le orecchie anche alle statue esposte nella galleria di Palazzo Farnese (a proposito di palazzi romani…), ciò che resta dai comunicati di questi amministratori è la chiara percezione che CHI (Who) ha deciso di stipulare la convenzione non è stato il sindaco di Messina.
Che COSA (what) sia il vettoriamento non è noto a nessuno giacché le acque non si vettoriano, per la semplice ragione che il vettore non si applica alle regole dell’idraulica non potendo l’acqua viaggiare in senso contrario al flusso principale.
DOVE (where) avvenga questo scambio di acqua tra Amam e Siciliacque non lo sa neppure Basile, dato che nella convenzione c’è scritto che avviene nella camera di raccolta in località Sirina (a Taormina) ma poi il Sindaco di Messina ha cercato di dimostrare quanta acqua venga restituita a Messina al punto di innesto di Gazzi (che si trova appunto a Messina).
QUANDO (when) il Comune di Messina ha cominciato a vettoriare l’acqua non è stato comunicato, così come non è stata comunicata ufficialmente neppure la fine di questa fornitura (anche se nella convenzione era previsto che sarebbe cessata il 31 ottobre quindi non si sa perché sia stata interrotta prima).
Sul PERCHÉ (why) si sia deciso di fare questo vettoriamento, abbiamo a disposizione una serie di ipotesi ma nessuno, né Basile né De Luca, hanno avuto il coraggio di spiegare ai messinesi per quale ragione il sindaco in carica di Messina e il suo predecessore abbiano deciso di privare Messina dell’acqua nel periodo di massima crisi idrica per agevolare il comune di Taormina.
Chiaramente ogni messinese si è dato la propria risposta ma Basile non lo ha mai detto chiaramente, preferendo sempre alzare i toni del confronto ricorrendo agli insulti, che costituiscono ormai il comodo viatico di questo percorso amministrativo costellato di inefficienze e disservizi ai quali si contrappongono concerti e sagre del pesce fritto nella convinzione che questo basti a distrarre i cittadini dalle gravi criticità che li affliggono ogni giorno.
Che poi la senatrice Musolino sia l’unica, o quanto meno sia stata la prima, a contestare questa convenzione di vettoriamento, chiedendo di avere i dati delle rilevazioni dei consumi e del relativo pagamento del servizio di vettoriamento, è il più chiaro segnale del fatto che chi ha a cuore la propria città e i propri cittadini non ha motivo di temere gli attacchi sessisti che vorrebbero dipingere una donna, eletta al Senato della Repubblica, come una bambolina beneficiata dal Pigmalione politico che invoca una predominanza assoluta di azione e pensiero.
Vada avanti, senatrice Musolino. Il tempo è galantuomo e un giudice a Berlino, che decida di ottenere le risposte alle 5w, prima o poi arriverà.